Caro bollette, quali aziende hanno previsto un bonus per i dipendenti #adessonewsitalia
Il gruppo Tesya, attivo a livello internazionale nella fornitura di soluzioni customizzate per le costruzioni, la gestione di cantieri, magazzini e logistica, ha erogato a fine ottobre ai 3.300 dipendenti un “bonus energia” del valore complessivo di 1.000 euro per contrastare gli effetti del caro-bollette e della crescente inflazione. «I nostri collaboratori sono un valore inestimabile per noi: siamo una vera e propria famiglia internazionale formata da 19 società in 15 Paesi, accomunate dagli stessi forti valori, da una visione condivisa, da solide sinergie e da un forte spirito imprenditoriale, dove la differenza la fanno le persone. Per questo motivo, abbiamo voluto dare loro un segnale di vicinanza in un periodo complicato per tutti», ha commentato Lino Tedeschi, presidente e ceo del gruppo.
Salumificio Fratelli Riva
Una misura simile, ma realizzata attraverso l’anticipo in busta paga della tredicesima, è stata intrapresa dal salumificio Fratelli Riva di Molteno (Lecco), dove i 147 dipendenti hanno ricevuto nello stipendio di ottobre anche la quota distribuita normalmente a dicembre. Una misura definita insieme ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, in attesa di valutare altre forme di welfare aziendale.
Stellantis
Il caro vita ha spinto anche Stellantis a erogare a ottobre un sostegno finanziario di 1.400 euro al 60% dei propri dipendenti in Francia, mentre il 20% ha avuto diritto a un aiuto di 1.100 euro. Si è trattato di una misura per contrastare l’inflazione, motivo per cui Stellantis anticiperà a dicembre anche le trattative salariali, inizialmente previste per l’inizio del prossimo anno. Mentre in Italia le associazioni sindacali chiedono alla casa automobilistica il pieno recupero dell’inflazione, con un aumento dei salari del 8,4% nel 2023.
Fringe benefit esentasse
Il decreto Aiuti Bis pubblicato nella Gazzetta Ufficiale a settembre aveva alzato la soglia esentasse dei fringe benefit a 600 euro (da 258,23), disponendo, soltanto per il periodo d’imposta 2022, «che il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati al lavoratore dipendente,
nonché le somme erogate o rimborsate al medesimo dal datore di lavoro per il pagamento
delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, non concorrono a formare il reddito imponibile ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) nel limite complessivo di euro 600».
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